Andrea Palerari e Riccardo Capiaghi … dal calcio alla mountain bike

Andrea Palerari e Riccardo Capiaghi … dal calcio alla mountain bike

Sono stati calciatori, poi hanno appeso le scarpette al chiodo per correre in mountain bike. Andrea Palerari e Riccardo Capiaghi si raccontano: mettersi il numero sulla schiena alla ricerca di un podio di categoria è uno dei loro obiettivi.

In Pavan Free Bike c’è posto per tutti, per il campione, ma anche per chi non ha l’obiettivo di portare i propri colori sul podio delle classifiche, ma condivide e coltiva la medesima passione per il mondo delle due ruote. Ognuno ha le sue motivazioni i propri obiettivi, Andrea e Riccardo corrono per il proprio piacere, per divertimento, per passione, per mettersi alla prova prima di tutto con se stessi. Come la maggioranza dei ciclisti amatoriali, Andrea Palerari e Riccardo Capiaghi si definiscono ciclisti medi, quelli che gareggiano senza avere necessariamente il risultato come obiettivo primario, che si buttano nella gara per il puro gusto di godere dallo spirito agonistico, quelli che pur non avendo mai colto grandi piazzamenti, sono consapevoli dell’importanza delle gare a cui partecipano, per stare con gli amici.

Andrea Paleari …. Bio
Nato nel 1989 a Carate Brianza, ma ha sempre vissuto a Sovico, Andrea Paleari, fin da piccolo ha sempre amato stare all’aria aperta e il contatto con la natura, due aspetti che lo hanno accompagnato anche nelle scelte scolastiche e lavorative, ha studiato agraria e ad oggi come libero professionista svolge l’attività di Dottore agronomo.
Il suo primo sport è stato il minibasket, che ha praticato però per solo un anno perché poi la voglia di correre e stare con gli amici in un campo da calcio è diventata troppo forte. Dopo 11 anni tra oratorio e Sovicese, Andrea ha sentito che era arrivato il momento di cambiare qualcosa e ha iniziato ad andare in mountain bike nei boschi, esplorando la Brianza. L’incontro nei boschi di casa con dei ragazzi del G.S. New Bike di Seveso è stata la scintilla che ha iniziato il suo percorso agonistico in sella alla mountain bike.

Andrea, ti ricordi quale è stata la tua prima gara e come è andata?
”Certo che me la ricordo, ci ho messo tre giorni per riprendermi … Gimondi Bike 2007, praticamente senza la minima consapevolezza ho deciso di provarci, sono riuscito a terminare la gara anche se avevo crampi ovunque, una vera mazzata, ma appena finita la gara, ho subito percepito che avevo voglia di farne un’altra e così non ho più smesso”

Sei dal 2017 in Pavan Free Bike, quanto ti rende orgoglioso trovarti in un team a fianco di Campioni del Mondo, Europei, Italiani?
”Per me è un onore correre con la Pavan Free Bike. Sono consapevole dei miei limiti, ma la possibilità di correre con i più forti mi dà stimoli. Avere in squadra campioni del genere ti fa crescere, cerco sempre di ascoltare e anche chiedere consigli sui passaggi tecnici o sulla bici e soprattutto ammiro la loro dedizione: lavorare, avere una famiglia ed essere a quei livelli è veramente impegnativo”

Fotografia Andrea Paleari © Treviso MTB

Qual è il tuo hobby preferito quando non pedali?
”Trekking in montagna, viaggi in moto e nel periodo invernale appena posso vado a sciare: snowboard o sci di fondo”

Quale sarà il tuo obiettivo al rientro nelle gare?
“Non ci penso troppo, vista la situazione ho già la testa orientata al 2021. Compatibilmente con i vari impegni, ho l’obiettivo di partecipare ai Campionati del Mondo ed Europei: sono consapevole dei miei limiti ma sarei molto felice di prendervi parte e di dare tutto”

Riccardo Capiaghi…. Bio
Nato nel 1989 a Lecco, abita a Rogeno, un piccolo paese del lecchese a pochi minuti dalle montagne e dal lago di Como. Nella vita svolge la professione di operaio, come operatore di stampa ink-jet su tessuti in un azienda vicino a casa.
Ciclisticamente ha alle spalle solo poche stagioni da agonista, avendo deciso di cambiare sport solo nel 2014, anno in cui ha lasciato il calcio, lo sport con cui ha iniziato la sua attività sportiva all’età di sei anni. Dopo aver giocato per qualche anno nella squadra di calcio del paese, passa in un affermata società della zona con la quale disputa campionati a livello regionale, disputando poi le ultime stagioni nei campionati amatoriali. Terminato di giocare a calcio, si avvicina alla mountain bike frequentando i corsi di tecnica di guida e di discesa di Giovanni Casiraghi e si tessera con il Team Spreafico disputando l’intero e circuito Orobie Cup. Nel 2016 arriva in Pavan Free Bike.

Riccardo, sei nato calciatore e ora ti trovi ad essere un biker, è successo tutto per caso?
“In famiglia non siamo mai stati appassionati di ciclismo, ma sono sempre stato un pò attratto da questo mondo, ammirando in TV le gesta dei ciclisti al Giro d’Italia e alle grandi classiche. Ho iniziato ad andare in mountain bike nel 2013 con una 26” di mio fratello, tempo qualche uscita e mi feci subito la mia bici. Il motivo del mio passaggio alla mountain bike fù l’impossibilità di conciliare i miei impegni lavorativi con gli allenamenti serali con la squadra di calcio, ma anche perché il campo di calcio iniziava a starmi stretto ed ero alla ricerca di nuove emozioni e sensazioni che i trail sapevano darmi”

Ti ricordi quale è stata la tua prima gara e come è andata?
“Mi iscrissi con un amico alla Marathon Bike della Brianza del 2014 percorso Avventura da non tesserato, ricordo che ci impiegai circa quattro ore e mi fermai diverse volte per i crampi. Non ero per niente preparato fisicamente e tecnicamente per affrontare una gara e quel chilometraggio, ma fu comunque una soddisfazione tagliare il traguardo”

Come è il Riccardo di cinque anni dopo?
“Non sono un macina gare, il mio standard è non far più di venti gare. Prediligo le gare di cross country ma non mi dispiace inserire nel calendario anche tre o quattro granfondo. Per raggiungere degli obbiettivi in uno sport individuale come il nostro, ci vogliono grande dedizione e sacrificio. Purtroppo un mio grosso limite è mentale, fattore sul quale sto cercando di lavorare per non commettere gli errori del passato ed approcciarmi agli allenamenti e alle gare in modo diverso”

Quanto ti rende orgoglioso trovarti in un team a fianco di Campioni del Mondo, Europei, Italiani?
“Per me far parte di un rooster composto da atleti di questo calibro, non può che far piacere perchè da loro posso solo imparare. Di questi campioni ammiro la determinazione e i sacrifici con cui hanno potuto raggiungere i propri obbiettivi nel corso dei tanti anni di carriera. Inoltre, bisogna anche dire che è tutta gente per bene e disposta a dare consigli e tra tutti noi, seppur abitiamo in province diverse, c’è un grande affiatamento. Parte del merito è del team manager Claudio Cossa e del presidente Antonio Pavan, il nostro primo tifoso”

Qual è il tuo hobby preferito quando non pedali?
“Quando ripongo bici e casco nel garage di casa, mi piace indossare le scarpette da trail ed andare a camminare in montagna e raggiungere le cime con una velocità e un occhio diverso di quando si è in bici. Nelle giornate di relax invece, mi piace passare momenti di svago con gli amici, leggere libri autobiografici di sportivi e mettere mano e rendere efficiente la mia Superior”

Quale sarà il tuo obiettivo al rientro nelle gare?
“Il 2020 per me, avrebbe coinciso con il passaggio di categoria nei Master 1. Se ci sarà la ripartenza dell’attività voglio farmi trovare pronto per potermi togliere qualche soddisfazione e riscattare il finale della scorsa stagione. Vorrei regalare una gioia alla società dalla quale in questi anni, ho ricevuto molto, facendomi sentire sempre parte integrante del gruppo e non facendomi mancare mai nulla. Mi auguro di poter concludere l’annata con la squadra, alla Roc d’Azur, alla quale non ho mai avuto il piacere di partecipare”

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