Archivia 30 Luglio 2020

Giorgio Redaelli … Dopo il motocross la storia si ripete in mountain bike

Brianzolo di Usmate Velate, ha dedicato tanti anni della sua vita alle due ruote, prima nel motocross e poi con la mountain bike con cui gareggia da soli tre anni. Autore di una stagione 2019 di alto livello con il team Oliveto, a 38 anni, ha tanta voglia di buttarsi nella mischia e di dare battaglia anche con la maglia di Pavan Free Bike.

Un passato in ambito motociclistico che l’ha portato a correre prima nell’enduro e poi nel cross, poi a partire dal 2017 si è innamorato della mountain bike, che fin da bambino ha sempre avuto tra i suoi giocattoli. La passione per le moto è una cosa che Giorgio Redaelli si porta dentro, perché lo sport e la sfida sportiva fanno parte del suo DNA, tanto che nel 2000 ha iniziato a disputare le sue prime gare in mountain bike, ispirato dagli specialisti del motocross che integravano nella loro preparazione quel tipo di allenamento oltre alla palestra.

Appuntamento fisso dei primi anni è stata la Marathon Bike della Brianza da non tesserato, finché a seguito di una serie di cambiamenti nella sua vita privata, nel 2017 ha deciso di lasciare i motori e iniziare a darci dentro con la bici. Già alla prima stagione i risultati sono stati incoraggianti, ha subito vinto le sue prime gare e ha concluso il circuito Orobie Cup in seconda posizione e Brescia Cup in quinta. L’anno dopo le vittorie sono state quattro, tutte nel circuito Orobie Cup, concluso da vincitore della categoria Master 2, ma tra gli highlights della stagione ci sono anche il terzo posto al Campionato Regionale Cross Country e il settimo al Campionato Italiano Cross Country di Pila.

I miglioramenti sono stati rapidi ed incoraggianti e il divertimento ha fatto crescere ulteriormente questa passione che ha avuto punti ancora più alti nel 2019 con le vittorie finali nei circuiti regionali Gran Prix Valli Varesine e Orobie Bike Challenge, podi e dei piazzamenti significativi anche in alcune gare nazionali.

Ciao Giorgio, raccontaci come sei arrivato in Pavan Free Bike?
”Alla fine del 2018 ho conosciuto un pò meglio due atleti del team, Giuseppe Conca e Monica Maltese e abbiamo fatto qualche bel giro insieme, inoltre conoscendo anche Andrea Artusi, mio ex compagno di squadra nel Team Oliveto ho potuto avvicinarmi alla squadra. Ho avuto il piacere di conoscere Antonio Pavan, che in realtà ho poi scoperto essere un amico di mio nonno e di famiglia e verso metà del 2019 è arrivata la proposta di passare a Pavan Free Bike. Loro potevano offrirmi un certo supporto per partecipare alle gare XC di alto livello, quelle che mi piacciono di più per il format e i passaggi tecnici da affrontare e così ho deciso di correre con loro, lasciando la mia vecchia squadra con un pò di malinconia per gli amici che ho trovato li”

Il 2019 è stato un anno molto positivo per te, hai vinto il Grand Prix Valli Varesine e Orobie Cup, cosa immaginavi per il 2020?
”Sì molto positivo, anche se il circuito Orobie Cup è stato molto ridimensionato nel 2019, niente a che vedere con quello del 2018 che avevo comunque vinto, ma decisamente con più fatica. Il mio obiettivo principale per il 2019 era fare bene nel Santa Cruz Series, dove il livello era sicuramente più alto e credo di essermi difeso bene, in una categoria davvero tosta, nella quale non sono mai andato oltre il quarto posto e in un paio di occasioni ho centrato il podio. Per il 2020 l’obiettivo era fare bene nel Santa Cruz Series, rifarmi del brutto italiano del 2019 e cercare di fare qualcosa di bello nelle gare internazionali UCI alle quali intendeva partecipare il team”

Quante gare hai vinto in carriera? Tra le tante hai qualche vittoria a cui tieni in modo particolare?
“Credo circa una decina o poco più, ma con tanti podi. In tre anni che corro ho fatto quasi 75 gare.
Le vittorie più belle sono state sicuramente l’assoluta del percorso medio della Marathon Bike della Brianza 2017, al mio primo anno di gare, un’altra grande soddisfazione era arrivata proprio la settimana prima con la prima vittoria in una gara di Orobie Cup, a Piazzatorre, la gara più dura del circuito”

Parlaci e raccontaci un po’ di questo sport….
“Da bambino adoravo guadare in bicicletta il fiume e le enormi pozzanghere di fango nella Valle del Lambro. Arrivavo a casa, mia mamma mi sciacquava in giardino con la canna dell’acqua e poi mi faceva lavare i vestiti a mano. La bici invece era già pulita, perché prima di tornare a casa la lavavo nel torrente! Ora che gli anni sono passati, preferisco non sporcarmi, ma se se si corre nel fango non mi tiro indietro”

C’è qualcosa che, come appassionato di mountain bike, vuoi ancora assolutamente raggiungere?
“Beh, vedendo che l’età agonistica va sempre più in là, anche se ho 38 anni, posso dire di averne davanti tanti altri per raggiungere obbiettivi prestigiosi! Però i desideri non vanno mai detti a voce alta!”

Quanto tempo dedichi settimanalmente all’allenamento? Come riesci a conciliarlo con il lavoro?
“Con il post Covid e il poco lavoro, molto più dell’amatore medio. Però diciamo che in condizioni normali mi alleno 5 o 6 giorni alla settimana per una media di 1 ora e 30’ a seduta. Normalmente in inverno allenamenti più brevi e specifici in pausa pranzo e nella bella stagione anche qualcosa di più lungo la sera. Vivendo da solo non è facile organizzare tutto nella vita quotidiana, credo che le prestazioni arrivino da una serie di cose che devono girare nel senso giusto e contemporaneamente. Se ti alleni come un matto ma non ti riposi o mangi male, è difficile che migliori, a volte mi servirebbe riposare di più, ma l’amatore è così: deve cercare di incastrare tutto al meglio possibile e prendere quello che viene”

Riapertura col botto a Rivoli Veronese con Silvio Olovrap

Prima gara e prima vittoria del biker di Correzzana a segno per la prima volta nella Mesa Bike. Nella gara di Rivoli Veronese il sodalizio del presidente Antonio Pavan brilla anche con Alberto Riva, Giuseppe Mascheri e Giorgio Redaelli.

Ritorno alle gare al top per Pavan Free Bike! Silvio Olovrap ha messo la firma sulla sua prima vittoria nella Mesa Bike Special Edition che si è disputata ieri a Rivoli Veronese, una vittoria, alla prima gara con la maglia rosso-bianca che difficilmente Silvio potrà dimenticare, confermata la prima posizione, il Master 5 di Correzzana ha poi gestito la gara senza esagerare.
Le soddisfazioni per la squadra di Sovico non si fermano al primo posto di Olovrap, la squadra brianzola ha ripreso presto le redini di una stagione che nonostante il periodo di stop forzato ha tutti i presupposti per regalare tanti grandi risultati.
Tra i protagonisti assoluti della gara veronese Alberto Riva, quarto nella gara riservata alle categorie amatori, Giuseppe Mascheri, ottavo e Giorgio Redaelli, decimo.

La gara che si è disputata su un circuito di tre giri di 8,5 Km è stata condizionata da ingorghi nei primi single track che si sono manifestati subito dopo la partenza, come racconta il Campione del Mondo, Alberto Riva: “Noi amatori siamo partiti tutti insieme e troppo ravvicinati con le partenze precedenti, così dopo 200 metri eravamo già intasati. Al primo giro mi sono anche fermato perché uno Junior era caduto e sembrava si fosse fatto piuttosto male. Si può dire che è stata una gara in due tempi, con una prima parte dove i rallentamenti non permettevano di trovare il giusto ritmo e una seconda che ci ha costretto ad una crono per recuperare”

Quarto assoluto, il campione di Arquata Scrivia, ha mostrato il suo livello di forza fisica e mentale conquistando il secondo posto di categoria, tagliando il traguardo alle spalle del vincitore, il Campione Europeo Master 2, Michele Righetti. Le sue dichiarazioni a fine gara: ”Ho perso tempo e soprattutto posizioni nel rallentamento seguito alla caduta che ha coinvolto il ragazzo Junior e quando sono ripartito mi sono trovato in mezzo a corridori molto più lenti. Ho recuperato bene fino a raggiungere a metà dell’ultimo giro il primo della mia categoria, ma nel finale non ho avuto le gambe per batterlo e ho concluso dietro di lui, staccato di pochi metri”

Terzo posto per Giuseppe Mascheri tra i Master 1, dietro due avversari che avevano un altro passo e che hanno concluso nelle prime due posizioni assolute la gara Master, comunque un’ottima prestazione per il biker valsassinese che ha già dimostrato uno stato di forma importante. Giorgio Redaelli ha chiuso la top ten, quarto e appena giù dal podio Master 2, ma comunque contento perché quando al terzo giro ha trovato la strada un pò più libera e ha potuto fare il suo ritmo, ha avuto buone sensazioni che gli danno fiducia per le prossime gare.

Non sono mancati i piazzamenti per il resto della compagine con Carlo Bruzzone, 12° nella Master 2 e Alessandro Bassi, 14° tra gli Allievi.

Pavan Free Bike si prepara per il riavvio della stagione

Due giorni in Alta Val Brembana per preparare la ripresa della stagione con un training camp di allenamento nel rispetto delle raccomandazioni Covid-19. La squadra è pronta a ripartire e dopo gli allenamenti individuali si è ritrovata per un mini-raduno collettivo a Branzi.

Con il calendario rivisto e ora rifinalizzato, Pavan Free Bike ha concluso ieri un mini-raduno di due giorni per lo staff e 13 degli atleti della rosa 2020. Il centro turistico di Branzi ha offerto le condizioni perfette per questo e ha premesso ai partecipanti di apprezzare il verde, la bellezza della sua natura, i sapori dei piatti legati alla tradizione locale dell’Agriturismo Alle Baite e di uno dei più antichi e tipici formaggi delle Orobie prodotto dalla Latteria Sociale Casearia di Branzi, sponsor della squadra.

“Innanzitutto, siamo tutti molto contenti che si possa finalmente ricominciare” – ha detto il manager del team, Claudio Cossa – “Queste giornate sono servite da preludio al ritorno alle competizioni e le abbiamo ideate prima di tutto per riunire il gruppo, ma anche per vivere nuovamente quella che in situazioni normali è la nostra quotidianità, quella che ci fa ritrovare sui campi gara ogni domenica”

L’occasione ha permesso di ricreare l’ambiente giusto per porre la basi in vista dell’imminente ripresa dell’attività e di iniziare a riaccendere in ognuno degli atleti la fiamma dell’agonismo che la pandemia del Covid-19 ha messo a dura prova e di stimolare la routine degli allenamenti individuali. Considerato il rispetto delle norme igieniche e comportamentali per la prevenzione delle infezioni, sabato pomeriggio il gruppo degli atleti di Pavan Free Bike è stato accompagnato per un’escursione dal Campione del Mondo Master 2 2007, Riccardo Milesi, tra i boschi di Roncobello e Branzi e nella mattinata di domenica una sorta di test molto utile per ritrovare il giusto feeling di gruppo.

Nella sessione crono individuale ha firmato la miglior performance il Campione del Mondo Alberto Riva che si è poi dimostrato in un’ottima condizione di forma anche nella kermesse cross country di 30’, dove ha preceduto Giorgio Redaelli e Stefano Moretti con quarto Silvio Olovrap, migliore della fascia Master 3+.

“Per i nostri ragazzi questa è stata un’opportunità per poter allenarsi insieme e tutto questo è stato molto utile per tutti” – afferma il presidente, Antonio Pavan – “Vivere insieme, conoscersi meglio, consentire ai nuovi arrivati di integrarsi nel gruppo è qualcosa che ci mancava da tempo e ora che le prime gare sono alle porte, possiamo dire di aver avuto delle ottime risposte dal gruppo che abbiamo formato per il 2020. Avevamo iniziato la stagione con il piede giusto, poi abbiamo perso dei mesi, ma ora siamo certi di poter riprendere il filo interrotto dalla pandemia del Covid-19″.

Silvio Olovrap … con Pavan Free Bike il raccolto non è ancora iniziato!

Parlare di Silvio Olovrap, una delle figure storiche della mountain bike brianzola, significa raccontare uno spaccato degli ultimi 20 anni di mountain bike. Anni di gare, di vittorie, di podi, con diverse squadre lombarde, i prossimi saranno con Pavan Free Bike.

Trovare qualcuno nell’ambito della mountain bike amatoriale che non conosce Silvio Olovrap, è abbastanza difficile, soprattutto in Brianza, dove si è stabilito con i genitori, emigrati dalla Calabria a Correzzana, nel 1961. In questi anni Silvio ha praticamente vinto tutto quello che c’era da vincere. Dopo una vita dedicata al calcio, la sua prima grande passione che gli ha dato gioie e dolori fino al 1995, quando a 26 anni ha dovuto appendere le scarpette al chiodo dopo tre interventi al ginocchio destro, con ricostruzione di due legamenti: “Sono salito sulla mia prima mountain bike solo su consiglio dell’ortopedico per recuperare la muscolatura ma, giro dopo giro, ho capito che era la mia passione … il mio destino!!!!”

Silvio scopre la bici solo nel 1997 ed è subito contagiato da una grande passione, soprattutto per le gare, dove ama potersi confrontare con se stesso e gli avversari. Inizia con l’US Cassina de Bracchi per le prime due stagioni e poi con il Lambro Bike Sovico nel 2000, con cui ottiene le prime vittorie in manifestazioni non competitive. Ritornato alla società con cui aveva debuttato, vince alcune gare del Master Sampietro, tra cui la la prima granfondo di Brenna.

Nel 2005 passa al Decathlon Curno e le vittorie crescono, ancor meglio sarà il 2006 quando vince con la maglia del Paduano Martina Racing dieci gare e il titolo italiano a squadre nelle 24 ore, un anno di grandi soddisfazioni sportive ma anche di incomprensioni e promesse mancate che lo portano nuovamente in Brianza, tra le fila del Team Spreafico, in cui dal 2007 al 2010 mette a segno più di 70 vittorie tra cui le classifiche finali del Master Sampietro 2007 e del Circuito Tre Province 2008, il Campionato Italiano UDACE 2008, il Campionato Europeo e la Coppa del Mondo UDACE, i Campionati Regionali Cross Country e Cronometro 2007 e diverse granfondo.

Silvio Olovrap, di professione artigiano edile, nei successivi due anni si dedica interamente alla sua impresa edile e realizza il suo obiettivo, costruirsi la casa in cui va ad abitare con sua moglie e loro i due figli. Riprende a gareggiare nella squadra dei fratelli Testa, ottenendo nel biennio con la squadra lecchese 13 vittorie con due titoli regionali e un titolo italiano a staffetta. Dal 2015 al 2018, l’impresa edile di Olovrap ha un’appendice sportiva, Edil 2002 MTB Team, la squadra ACSI che Silvio allestisce in proprio e con cui inizia bene il primo anno con tre vittorie, il Campionato Regionale e il circuito River Marathon, ma finisce male con la rottura del gomito in gara a Pontevecchio di Magenta.

Il rientro gli restituisce con gli interessi quello che la sfortuna si è preso e il biennio 2016-2017 è un susseguirsi di successi: 31 gare tra cui il Campionato Italiano d’Inverno, il Campionato Italiano Cross Country, il Campionato Italiano Point to Point, i Campionati Regionali Cross Country e Granfondo. Nel 2018 si ripete quello già visto qualche anno prima, la stagione parte benissimo, ma viene interrotta per un infortunio rimediato durante un allenamento su strada durante il quale viene investito da un’automobile.

Si riparte da zero nel 2019 e Silvio si fa trovare pronto, questa volta con la Vam Race di Moggio che offre la possibilità al biker di Correzzana di rientrare nelle gare della Federazione Ciclistica Italiana. Per ripagare la fiducia della squadra, Olovrap prepara la stagione nel migliore dei modi e i risultati arrivano subito con il titolo regionale XC a Cuasso al Monte e quello Marathon a Nembro. A fine stagione su un totale di 28 gare disputate le vittorie sono ben 15 con diversi podi nelle gare del Santa Cruz MTB Series, ottimi piazzamenti in quelle degli Internazionali d’Italia con la grande vittoria nella prova di San Marino, il quinto posto al Campionato Italiano Cross Country a Chies d’Alpago. Sono tanti anche i podi in granfondo importanti che gli portano le vittorie finali del circuito nazionale Trek Zerowind Offroad Cup e della Coppa Lombardia MTB.

Ciao Silvio, lo scorso anno hai disputato una grande stagione, cosa ti ha portato in Pavan Free Bike?
“Stagione ottima lo scorso anno ma … in solitaria. Io e Gio Bartesaghi andavamo a fare le gare senza nessuna assistenza da parte della squadra e questo mi ha fatto meditare. Nonostante avessi ricevuto delle proposte da altre società, che però non offrivano quello che ci è mancato, ho contattato Antonio Pavan tramite il mio amico Guido Colombo e Claudio mi ha subito accolto a braccia aperte. Qui sono certo di aver trovato quello che per me è diventato un fattore importante in una squadra, l’assistenza sui campi gara, ma anche di più, un ambiente fantastico con persone veramente sincere”

Considerato che sei tra i biker storici del movimento lombardo, in questi anni secondo te cosa è cambiato nell’ambiente delle gare amatoriali?
“Da quando sono nell’ambiente ci sono state parecchie migliorie tecniche delle bici che hanno alzato il livello prestazionale atletico, ma non hanno portato il ricambio generazionale adeguato per il rinnovo e il miglioramento del settore. Noi “pionieri” stiamo invecchiando con il settore stesso e i giovani sono pochi”

Lo scorso anno hai avuto una grande stagione, vincendo sia nel cross country che nelle marathon, cosa immaginavi per il 2020?
“Per il 2020 le ambizioni erano tante e ci sono ancora, ma per ora sono felice di essermi lasciato alle spalle l’intervento al menisco di quest’inverno e vorrei almeno confermarmi ai livelli del 2019, con la volontà di inseguire il sogno di maglie importanti nel cross country”

Sei seguito da un preparatore atletico o ti alleni per conto tuo?
“Dal 2004 mi alleno seguendo il Metodo Forza e Ossigeno di Giovanni Camorani, che nel periodo invernale mi permette la sera di effettuare l’allenamento indoor specifico su Rotopressa (bike tipo spinning) visto che il lavoro mi permette poche uscite pomeridiane invernali, a parte quelle del week end. Comunque normalmente mi alleno quattro volte, due in settimana e le altre nel week end, famiglia permettendo. Mia moglie lavora e ho due figli adolescenti”

Il tuo sogno nel cassetto e un rammarico della tua carriera sportiva?
“Non ho rimpianti in carriera, ho vinto oltre 150 gare e raccolto altrettanti podi, ma cerco sempre nuovi stimoli per migliorare e dare di più. Sono convinto che le migliori vittorie debbano ancora arrivare. Adesso con il post Covid è cominciata la semina e con il Pavan Free Bike il raccolto non e’ ancora iniziato!”

Stefano “Lampo” Bonadei … sci e mountain bike made in Val Seriana

Bergamasco di Rovetta, dopo aver praticato lo sci di fondo, è diventato uno dei punti di riferimento per la mountain bike in Alta Val Seriana. Tra le settanta vittorie colte in mountain bike, un segno tangibile è la maglia di Campione Italiano Marathon vinta nel 2010.

Sci stretti e mountain bike, ecco la duplice attività agonistica di Stefano Bonadei, 42 anni di Rovetta, Campione Italiano Marathon nel 2010, uno dei punti di riferimento per la mountain bike in Val Seriana. Sposato con due figli, di professione operaio, conosciuto anche come “Lampo”, Stefano corre dal 1992, anno del suo debutto con la maglia dell’ MTB Clusone dopo aver praticato lo sci di fondo con lo Sci Club 13 Clusone, uno delle società più importanti nello sci di fondo, tanto da aver dato, molti giovani alle nostre nazionali. Anche sugli sci Stefano ha raggiunto alti livelli, gareggiando a livello nazionale, dopo aver iniziato quasi per caso nell’inverno del 1988, come racconta: “Un allenatore dello sci club venne in montagna dove io aiutavo mio papà che faceva il pastore e mi invitò a provare a fare questo sport di fatica. Pur essendo un bambino di dieci anni, mi trovai subito a mio agio con gli allenamenti e le gare. Sci d’inverno e durante l’estate, ci si allenava correndo a piedi e facendo in bici anche qualche gara, senza alcun tipo di pretesa”

Conclusa l’attività agonistica dello sci di fondo nel 2003, dopo le prime gare con l’MTB Clusone, per Stefano, si sono aperte le porte della mountain bike, un nuovo desiderio di sfida che coincide con l’anno di nascita del circuito Orobie Cup, che ha vinto per tre volte (2005, 2006 e 2008). Nel 2005 a Villa di Serio arriva la prima vittoria di categoria e nel 2006 la prima vittoria assoluta al Campionato Provinciale di Bossico, poi la domenica dopo alla Gimondi Bike una brutta caduta che lo tiene fermo parecchio tempo, fino a quando non si opera alla spalla infortunata. Oltre ad aver vinto più volte il “suo” Orobie Cup, Stefano Bonadei ha nel suo carnet una settantina di vittorie e appese ad una parete del suo salotto diverse maglie, quella tricolore marathon vinta a Moena nel 2010, quella di Campione Regionale Cross Country (2007, 2008) e Up Hill (2007), le tre di Campione Provinciale e, sugli scaffali i trofei della Coppa Lombardia 2009, 2010, 2012, Windtex Off Road Cup 2010, Brescia Cup 2011 e la medaglia d’argento conquistata al Campionato Italiano Cross Country di Torre Canavese nel 2010.

Ciao Stefano, benvenuto in Pavan Free Bike, cosa ti ha portato a Sovico?
“Era da un pò che guardavo le loro divise, mi piacevano molto e ne volevo una anche io … Scherzi a parte, ho deciso di approdare al Pavan Free Bike perché negli ultimi anni pur facendo parte di buone squadre non ne ho sentito l’appartenenza, non mi davano stimoli, ne un’assistenza adeguata alle gare. E’ veramente bello avere a che fare con persone cosi gentili e sinceramente disponibili, dal presidente a tutti i compagni di squadra non ci si può davvero lamentare”

Il primo ricordo personale che ho di te è alla Cavalcata in MTB di molti anni fa, cosa ricordi di quella gara epica della tua valle?
“La mitica cavalcata a coppie era per noi dell’Alta Valle Seriana l’ultima gara della stagione. Ho partecipato la prima volta a 16 anni con un mio coetaneo ed eravamo i piu giovani, poi altre due volte, la piu bella con mia moglie e nell’ultima edizione del 2004, sono riuscito ad arrivare settimo”

Hai disputato cinque edizioni del Campionato Italiano Cross Country e due Marathon, poi dal 2013 hai corso prevalentemente nelle gare lombarde, ci spieghi i motivi?
“Il mio primo Campionato Italiano Cross Country è stato nel 2005 a Sarentino dove arrivai nono nei Master Sport, come anche nel primo Marathon a Odolo nel 2007 terminando 57° assoluto. A queste gare nazionali ne sono seguite tante altre, poi mi sono dedicato a gare più vicine a casa per avere più tempo per la famiglia”

Ti abbiamo visto combattere sia nelle gare cross country che nelle marathon, dove ti trovi meglio?
“Mi trovo bene nel cross country perché i percorsi sono come nelle gare di sci da fondo, ad anello da ripetere più volte, ma anche nel marathon perchè come per lo sci alpinismo che pratico d’inverno, ci sono salite e discese più lunghe ed un impegno fisico di maggior durata, è una questione di testa e allenamento”

Ci racconti una tua giornata tipo, gli orari di lavoro, il tempo dedicato alla bici e quello dedicato alla famiglia?
“Da ormai quattro anni faccio il turno di notte per cui arrivo a casa la mattina alle sei e vado a dormire fino all’una, poi vedo cosa c’è da fare a casa e come è il tempo. In base a questi due elementi, decido che sport fare: mountain bike o bici da corsa, corsa o camminata in montagna, skiroll o sci da fondo e alpinismo d’inverno, insomma non mi annoio e se vengono con me anche i miei figli e mia moglie, sono ancora più contento, poi la sera faccio ancora un pisolino prima di andare al lavoro”

Sei seguito da un preparatore atletico o ti alleni per conto tuo?
“Non ho nessun preparatore o nutrizionista, ho imparato ad allenarmi nei vari sport ascoltando il mio corpo e le mie sensazioni, poi sicuramente bisogna imparare a far fatica a certi ritmi e facendo le gare, altrimenti si va sempre con quella marcia, non sono uno che si allena tanto, anzi penso che il riposo sia uno dei migliori allenamenti”

Quali erano le tue aspettative per la prima stagione in Pavan Free Bike?
“Le mie aspettative quest’anno erano quelle di prendermi ancora qualche bella soddisfazione, soprattutto nelle gare cross country e partecipare nuovamente ai Mondiali Masters di Praloup, per migliorare il settimo posto del 2009 e, ovviamente divertirmi con il nuovo gruppo”

E un sogno professionale o famigliare?
”Di sogni nel cassetto non ne ho perché ne ho gia esauditi parecchi! Sto collaborando con la rivista di montagna Orobie, per far conoscere gli itinerari in mountain bike più belli in Val Seriana, mi piacerebbe che i miei figli si appassionassero con impegno ad uno sport di fatica, cosa che li aiuterebbe nella loro crescita personale”

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